Powered By Blogger

1 novembre 2014

"Sotto la coltre"





Sotto la coltre di una notte greve e pungente,

lunga e insidiosa

quanto l’inquietudine

che lastrica i sentieri

battuti dai palpiti scomposti del mio cuore,

occultata nelle spire del fallace oblio,

diramo.

E al viscoso tronco d’umido muschio asperso

m’avvinghio

e ai rami m’aggrappo

di quel germoglio che dall’anima palpitante

verso l’infinito protende.

Raspando

risalgo rami tortuosi

pregni di gemme frammiste a dolori:

eoni di giorni e di notti frammisti a sogni,

delusioni e rimpianti.

Gemiti e dolore ancora mi strappano

e scavano lancinanti ferite.

Indifferente, le ignoro

perché più non soffre un cuore esangue impietrito.

Ambigua e rapace

sopra di me la notte

m’alletta.

Stremata,

alla sua soporifera vacuità

ancora resisto.

Strisciante

verso la cima protendo.

Lì dove i rami sottili

ancor più s’assottigliano

fino a sfiorare con le gemme nascenti

il bagliore accogliente

della luna primeva.

E lì solo, come gemma nascente,

sfumo appagata

 
nel mio rifiorire.
 
 
"Sotto la coltre "
Mary Grace Ovedi

Nessun commento:

Posta un commento