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25 febbraio 2014

Le canzoni di Loreena McKennitt sono sospese in un "tempo senza tempo"

 
  

Le canzoni di Loreena McKennitt sono sospese in un "tempo senza tempo", perdute tra i ricordi di un passato profondo e inquieto. 
"Credo che una parte delle mie ricerche mi abbia fatto esaminare a fondo qualche secolo lontano - spiega - e mi immagino che fossero bei tempi, per quanto duri e scomodi da vivere. 
Credo che la cosa che più mi attrae delle culture passate sia la dimensione di quelle comunità, e la composizione di queste comunità, e il fatto che quel tipo di vita funzionasse in un modo strettamente integrato: si sapeva chi fossero i negozianti, coltivavi le tue produzioni, e credo sia facile cadere nella trappola di una visione romantica di tutto ciò, ma credo che in fondo significhi ritornare a un tipo di vita più facilmente comprensibile e significativa per ognuno. 
Così mi trovo affascinata nell'esaminare quelle culture ma allo stesso tempo credo che quelli fossero tempi durissimi". 


 
Anche la vita privata di Loreena è stata segnata da momenti durissimi. Il fidanzato Ronald Rees, il fratello di quest'ultimo, Richard Rees, e un amico, Greg Cook, sono morti in un incidente di canottaggio sul lago Huron. In seguito alla tragedia, la cantautrice canadese è rimasta lontana dalle scene per nove anni e ha deciso di finanziare il Cook-Rees Fund For Water Search And Safety. A questo fondo ha deciso di devolvere il ricavato del suo primo album dal vivo, Live in Paris and Toronto, inciso per la Quinlan Road, la sua storica etichetta di Stratford, Ontario. Il disco contiene oltre 100 minuti di musica per 17 brani, remixati in Inghilterra presso i Real World Studios di Peter Gabriel.

http://www.youtube.com/artist/loreena-mckennitt?feature=watch_video_title

 

 Nel 2007 McKennitt è tornata in tour, dopo molti anni di assenza dal palco.
Un ritorno sulle scene suggellato tre anni dopo da un nuovo album, The Wind That Shakes The Barley, registrato fra le antiche mura del tempio di Sharon, a nord di Toronto. Nove tracce, nessun inedito: tutte rivisitazioni dei grandi classici celtici, reinterpretati con strumenti tradizionalissimi, svecchiati solo da qualche sparso eco elettronico, tutti legati da un comune sfondo socio-politico.
Un ritorno alle origini profondamente biografico, che però lascia ben poco da dire, risultando quasi insignificante per la carriera della McKennitt.
L'apertura è affidata alla canzone sulla carestia irlandese, "As I Roved Out On A Bright Day Morning", che l'eclettica compositrice divide in due momenti. Il primo è un'allegra ballata campestre per chitarra country, voce, cornamuse, fiddle e percussioni. Il continuo è un meditativo per vocalizzi aulici, synth e chitarra. L'alternarsi di pezzi dinamici con brani pacati si ripercorre per tutto l'album e ne determina la fruibilità e la fluidità. Ecco, infatti, la strumentale "Brian Boru's March", che inizia silvestre e fiabesca nelle gocce di cristallo dell'arpa, fra il vento dei tin whistle, per sfociare poi in una gran marcia per cornamuse e fiddle. Scivola languido e celestiale, invece, il lamento di "Down By The Sally Garden", reinterpretata con sincera fedeltà. Le danze vengono riaperte dall'accattivante girotondo di "Star Of The County Down", ma solo per essere subito spezzate da un teso racconto, notturno come una riunione segreta: "The Wind That Shakes The Barley", ballata che inneggia alla resistenza, scritta da Robert Dwyer Joyce in occasione della ribellione irlandese del 1798.
La dolce e patriottica "The Death Of Queen Jane", la strumentale, salmastra "The Emigration Tunes" e la conclusiva, sincera e calorosa "The Parting Glass" cantano quello che è insieme un addio e una promessa di ritorno per i luoghi dell'arpa celtica.


http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=2ZCevh2FMEk

 

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